Stagione Agorà 2023/24

Un’Agorà che abbraccia l’intero arco della stagione 2023/24. Un nuovo corso, concepito già un anno fa, in continuità con l’originario e con le edizioni precedenti. La stagione teatrale condivisa dagli otto comuni dell’Unione Reno Galliera, area metropolitana di Bologna, è giunta al suo ottavo anno di programmazione e riprende la sua strada, come per la stagione passata, con la direzione del progetto di Alessandro Amato e gli sguardi di Anna Amadori, Nicola Borghesi, Lorenzo Donati e Rosalba Ruggeri.

Un denso progetto di teatro diffuso articolato e presentato da questo autunno fino a maggio 2024: spettacoli, laboratori, incontri, nuove creazioni e condivisioni con artisti della scena contemporanea fra teatri, musei, ville storiche, biblioteche e spazi inediti, con una particolare attenzione alle voci e alle espressioni più recenti e incisive del panorama teatrale attuale e l’obiettivo, sempre prioritario, di rafforzare e allargare la comunità degli spettatori.

Oggi più che mai crediamo e confidiamo nel potere del teatro come “grande forza civile”, riprendendo le parole di Leo de Berardinis, capace di togliere “la vigliaccheria del vivere, la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. In un’epoca dominata da pesanti e rinnovate incertezze, da paure alimentate da chi persegue soltanto il proprio interesse personale, il teatro è un antidoto all’ignoranza, un appiglio al quale stringersi saldamente per affrontare l’oscurità, una scala che consente di valicare i limiti che talvolta, per paura, scegliamo di non superare. È una luce improvvisa, come quella del fulmine che illumina una notte buia nell’immagine creata per Agorà da Marco Smacchia.

Il programma rispecchia i temi e i linguaggi che con urgenza tornano nelle diverse proposte della drammaturgia contemporanea, offrendo agli artisti, alle compagnie e al pubblico uno spazio e occasioni di dialogo, riflessione, conoscenza, condivisione e incontro, nella volontà di consolidare e ampliare ulteriormente quell’Agorà, quello spazio pubblico e collettivo che abbiamo visto nascere e crescere in questi anni.

Ed è proprio da un’Agorà in forma di discussione collettiva – un talk, uno show, un IPERTALK-SHOW – che, sabato 30 settembre 2023 alle ore 21 al Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore inizia la Stagione 2023/24. A ideare, dirigere e condurre la serata è Sotterraneo, pluripremiato collettivo fiorentino, di casa ad Agorà. Sul palco, con Sara Bonaventura, Claudio Cirri e Daniele Villa, ci saranno Consuelo Battiston e Gianni Farina di Menoventi, Chiara Lagani di Fanny & Alexander, Enrico Baraldi e Nicola Borghesi di Kepler-452. Si parlerà di teatro, dei progetti che attraverseranno l’Unione Reno Galliera, di errori in scena, vita on the road, rapporto con il pubblico. Una festa in forma di dialogo, un’inaugurazione della stagione che unirà scena e platea.

Il programma prosegue il 21 ottobre alla Sala Giulietta Masina di San Giorgio di Piano con un reading musicale di e con Federico Taddia, sul palco insieme alla cantautrice Marquica, per raccontare la storia di una donna e di un’astrofisica straordinaria: Margherita Hack, stella tra le stelle. Altrettanto straordinaria è stata la vita e l’opera di Wisława Szymborska, di cui nel 2023 ricorre il centenario della nascita e a cui Tita Ruggeri presta voce e corpo nello spettacolo Cipolla, lettura teatrale di poesie e brevi scritti della poetessa polacca, in scena il 18 novembre al Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento.

Alla parola si affianca il linguaggio gestuale e mimico di due docupuppets, spettacoli per marionette e persone capaci di toccare temi intimi e collettivi. Fabiana Iacozzilli, ne La classe, in programma il 28 ottobre al Teatro La Casa del Popolo di Castello d’Argile, rievoca, in una sorta di rituale collettivo, i ricordi d’infanzia, tra luci e ombre, tra le mura delle scuole elementari “Suore di carità”. Di tutt’altra pasta sono fatte le Clarisse de La semplicità ingannata, “satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne” in cui Marta Cuscunà ripercorre l’incredibile storia di resistenza messa in atto dalle monache del Santa Chiara di Udine nel Cinquecento (24 febbraio Teatro Alice Zeppilli, Pieve di Cento).

Un corposo filone del calendario affronta temi e riflessioni legati all’attualità, alle paure dei nostri tempi e all’evoluzione, non sempre incoraggiante, della società. È il caso della lucida analisi di Cinzia Spanò, dedicata alla Giudice Paola Di Nicola e alla sua coraggiosa e sorprendente sentenza, al suo sguardo e alle sue parole, potenti strumenti per superare gli stereotipi mediatici (Tutto quello che volevo, 24 novembre Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore, in collaborazione con il Festival Uscire dal Guscio, educare alle differenze), o della reinterpretazione della commedia secentesca Signorina Zingaretta a cura di Ateliersi, attraverso la quale la compagnia affronta i luoghi comuni nei quali siamo ancora oggi immersi nei confronti dell’altro, dello straniero (Gipsy Lady 1646, 2 dicembre Teatro La Casa del Popolo, Castello d’Argile).

In Via del Popolo (3 febbraio, Teatro La Casa del Popolo, Castello d’Argile), Saverio La Ruina, tra gli autori/attori più amati e premiati degli ultimi decenni, con una lunga storia bolognese di formazione e frequentazione, osserva il cambiamento della sua piccola città d’origine nel confronto con la provincia italiana, della sua storia personale in un cortocircuito con il mondo globalizzato, mentre con Surrealismo Capitalista (17 febbraio Teatro Comunale, Argelato) il Collettivo Baladam B-side mette in scena un compendio di derive della società odierna, corrotta dall’affermarsi di un modello socioeconomico che tende a concepire ogni esistenza in termini monetari e a fare piazza pulita degli immaginari collettivi.

Altrettanto rilevante è lo spazio dedicato alla storia europea e alla memoria del Novecento. Insieme a Menoventi, Liberty/Stagione Agorà presenta una speciale produzione nell’ambito del progetto A tutti, voci dalla storia, nata a partire dal ritrovamento di una valigia contenente le registrazioni di lunghe interviste a 34 prigionieri politici sopravvissuti al campo di concentramento: frammenti di un passato raccontato dalle voci dei fantasmi che sopravvissero all’olocausto, al negazionismo, all’oblio e all’indifferenza, trasformati, ora, in forma teatrale (Volevo risarcirvi, 9 dicembre Teatro Alice Zeppilli, Pieve di Cento20 gennaio Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore, in occasione della Giornata della Memoria). La celebrazione della Festa della Liberazione è affidata a Nicola Borghesi, che domenica 21 aprile al Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore, con Un piccolo esperimento di memoria comparata, s’interroga su come venga ricordata la Liberazione negli altri Paesi europei.

Nel monologo A come Srebrenica (2 marzo Villa Smeraldi Museo della Civiltà Contadina, San Marino di Bentivoglio), Roberta Biagiarelli affronta un’altra delle pagine più oscure del Novecento, l’ultimo Genocidio compiuto nel cuore del nostro continente dopo la fine della Seconda guerra mondiale, che ancora non ha ancora visto una piena assunzione di responsabilità da parte dell’Europa, mentre Pietro Babina, con Sole e Baleno (13 aprile Teatro Alice Zeppilli, Pieve di Cento), fa un salto nei più recenti anni Novanta per raccontare la storia di una ragazza argentina e di un anarchico italiano incarcerati senza prove evidenti in seguito di alcuni episodi di eco-terrorismo avvenuti in Piemonte.

Rivolge lo sguardo all’interno e alle emozioni più intime Diario di un dolore di Francesco Alberici (16 marzo, Teatro La Casa del Popolo, Castello d’Argile), il racconto di un vissuto personale che con delicata ironia, a partire dall’omonimo libro di C.S. Lewis, pone domande nelle quale è facile riconoscersi. Il sabato seguente (23 marzo Biblioteca Ragazzi, San Pietro in Casale), Paola Tintinelli regala al pubblico la storia di un’altra vita comune, ma proprio per questo vicina a tutti noi: Con tanto amore, Mario è uno spettacolo muto e in bianco e nero capace di raccontare con poesia ciò che nella vita di ogni individuo c’è di più fragile e segreto.

Tra la realtà e il sogno, alla ricerca di figure femminili originali e sconcertanti, Angela Malfitano ed Elena Bucci viaggiano insieme nel tempo, nello spazio e nella memoria, mescolando le carte, le vite, per gioco e Per Magia (30 dicembre al Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore, dove, il 26 dicembre, si terrà il tradizionale Galà di Santo Stefano, Premio Alberghini). Un viaggio nato da un legame speciale tra due donne, come quello al centro de L’amica geniale a fumetti di Fanny & Alexander, un recital tratto dalla graphic novel di Mara Cerri e Chiara Lagani su L’Amica Geniale di Elena Ferrante (6 aprile Teatro Comunale, Argelato).

Non mancano le proposte di danza, con due appuntamenti realizzati nell’ambito di E’ BAL – Palcoscenici per la danza contemporanea. Sabato 4 novembre al Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore va in scena <OTTO> 2003 – 2018 di Kinkaleri, rivisitazione dello storico spettacolo che fa del crollo l’emblema di una nuova era e che nel 2002 vinse il premio UBU prima del suo debutto. (Lo spettacolo è inserito nel progetto Sopra la pelle, monografia dedicata a Kinkaleri a cura di Stagione Agorà, Danza Urbana ETS Bologna, Casa della Cultura “Italo Calvino”, Cronopios Eventi). Venerdì 15 e sabato 16 dicembre, in doppia replica al Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento Collettivo Cinetico presenta Amleto, un meccanismo aleatorio e letale, una sorta di contest tra improbabili candidati che si contendono il titolo di protagonista dello spettacolo.

Infine, Agorà dedica alcuni appuntamenti ai grandi maestri della letteratura, a partire da Alessandro Manzoni, riletto attraverso chiavi inedite. Domenica 11 febbraio alla Quadreria Ritiro San Pellegrino Emilbanca di Argelato Giuliana Nuvoli racconta Le donne di Manzoni; sabato 9 marzo alla Biblioteca Natalia Ginzburg di Castel Maggiore Luca Scarlini propone invece un racconto gotico dei Promessi sposi, con Sette note in nero. (Appuntamenti nell’ambito di Don Lisander e il suo romanzo – Agorà Formazione 23-24 a cura di Anna Amadori). Il 18 maggio al Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento Danio Manfredini interpreta Divine, una scrittura che nasce dal romanzo di Jean Genet Nostra signora dei fiori, scritto nel 1944, nel periodo che il drammaturgo e poeta francese passò in carcere a Parigi, prendendo ispirazione proprio dalle presenze intorno a lui per dare vita ad una storia inventata.

La stagione si conclude domenica 26 maggio all’area di riequilibrio ecologico Bisana (Galliera) con una selezione di opere di Giuliano Scabia rilette da Teatrino Giullare: le folgoranti Lettere a un lupo, che tentano di stabilire un dialogo con una delle bestie feroci che abitano in noi, e La Tragedia di Roncisvalle con bestie, in cui si raccontano le epiche sorti dei paladini alle prese con la loro ultima fatale battaglia riportando però anche i punti di vista degli animali che, usciti dal bosco, stupiti osservano la guerra che si fanno gli umani e commentano ciò che per loro è incomprensibile.

Formazione – Laboratori

Anche quest’anno Agorà punta sulla formazione, affidata alla cura di Anna Amadori. Due strade segnano la mappa dei progetti formativi 2023/2023, i cui tracciati si estendono per offrire un orizzonte più ampio: la lettura, vitalissima consuetudine, e i mestieri del teatro.

Don Lisander e il suo romanzo offre uno sguardo su Manzoni da una prospettiva che ne svela l’umanissima vita e segue il filo di quel perfetto noir che è I Promessi Sposi. Il percorso è strutturato in tre interventi con Anna Amadori, Luca Scarlini e Giuliana Nuvoli.

Danio Manfredini guida un laboratorio teatrale dedicato ad attori professionisti e in formazione sulla ricerca delle possibilità espressive dell’attore, creatore e materia viva il cui estro nasce da un profondo lavoro su di sé. Anna Amadori conduce un laboratorio sulla lettura scenica, fondamento dell’arte dell’attore, in un percorso pratico su Troilo e Cressida di Shakespeare. Info e iscrizioni segreteria@associazioneliberty.it.

Il Sofà di Agorà / Altre Velocità

In occasione di alcuni spettacoli della stagione le compagnie e gli artisti si raccontano alla città. In un’atmosfera soffusa, di fronte a un divano, ascolteremo aneddoti e confessioni per conoscere da molto vicino le avventure e le vite di chi oggi ogni giorno sceglie di fare teatro.

In via Polese 40 a Bologna, citofonare “Altre Velocità”.

Venerdì 3 novembre 2023 – ore 19 – KINKALERI

Mercoledì 13 dicembre 2023 – ore 19 – COLLETTIVO CINETICO

Mercoledì 21 febbraio 2024 – ore 19 – MARTA CUSCUNÀ

Venerdì 15 marzo 2024 – ore 19 – FRANCESCO ALBERICI

Venerdì 5 aprile 2024 – ore 19 – CHIARA LAGANI / FANNY & ALEXANDER

Raccontare Agorà – Un laboratorio di giornalismo

Altre Velocità invita i giovani della Città Metropolitana a far parte di una redazione laboratoriale che curerà interviste, approfondimenti, recensioni, fotografie, materiali audio e video che comporranno un racconto in tempo reale della Stagione Agorà. Durante gli incontri verranno forniti gli strumenti del giornalismo cartaceo e online e si sperimenteranno le possibilità del cosiddetto Citizen Journalism, con l’obiettivo di rivolgersi a nuovi lettori e utenti. Saranno inoltre previsti momenti di incontro in forma seminariale con giornalisti, autori di podcast, artisti, docenti, curatrici e altri esperti. Ai partecipanti è richiesta la visione di spettacoli in orario serale e la redazione di materiali scritti e audiovisivi. La partecipazione è gratuita. Info e iscrizioni segreteria@associazioneliberty.it.

Dialoghi e affinità (Agorà tra città)

Da questa stagione rinsaldiamo alcuni rapporti a distanza: dialoghi di affinità, sono stati chiamati, per tracciare un filo di ragionamenti e continuità rispetto a questi tempi in cui i circuiti sono difficili e in affanno sistematico. Un ponte tra città da costruire con lentezza, dialogando sul senso dell’incontro a teatro con il pubblico, gli autori, gli attori. Una rete in costruzione con Milano e Roma e con due realtà che tracciano mappe di luoghi e di senso sul territorio che abitano: Stanze a Milano, la rassegna itinerante in luoghi non prettamente teatrali, a cura di Alberica Archinto che già da molti anni è in dialogo e affinità di programma con Agorà e l’Angelo Mai di Roma con cui iniziamo a costruire mattone su mattone, un ponte insieme al suo vivace collettivo.

Cosa
Quando
Dove
Cosa