JEWISH JAZZ 2020 - SEFARAD

Prenderà il via martedì 8 settembre la nuova edizione di Jewish Jazz, il festival organizzato dal Museo Ebraico di Bologna. Tre serate in cui artisti e artiste di grande rilievo nel panorama nazionale e internazionale si esibiranno nella suggestiva cornice del cortile di Via Valdonica e ci condurranno in un viaggio nella cultura e nella musica sefardita, attraverso il Mar Mediterraneo e secoli di storia.

Sefarad è infatti il nome con cui gli ebrei indicavano, a partire dal Medioevo, la penisola iberica ed è da qui che si partirà. Gli insediamenti ebraici in Spagna e Portogallo risalgono all’epoca romana e si protrassero fino alla fine del ‘500. Quattordici secoli in cui la cultura sefardita poté progredire a contatto prima con la cristianità e poi, a partire dal 700, anche con l’Islam. Otto secoli di incontro-scontro tra queste tre diverse culture che testimoniano un periodo di grande interesse storico e naturalmente anche musicale. A partire dal 1492, anno della dolorosa cacciata delle comunità ebraiche spagnole ad opera dei re cattolici Ferdinando ed Isabella, la cultura sefardita si espanse in tutti i paesi del bacino del Mediterraneo: Portogallo, Francia, Italia centro-settentrionale, Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e in tutto il resto dell’Impero Ottomano, in particolare Turchia, Grecia, Palestina, Siria, ma non mancarono importanti insediamenti anche in Yugoslavia, Paesi Bassi, Austria, Polonia e Americhe.

Ad accompagnarci in questo cammino ci saranno la voce e il repertorio tradizionale di Evelina Meghnagi (martedì 8 settembre), i suoni e i canti della world music di Stefano Saletti e della sua Banda Ikona (giovedì 10 settembre) e, infine, il jazz contemporaneo del quintetto di Gabriele Coen e del suo progetto Sephardic Tinge (sabato 12 settembre).

I concerti sono a ingresso libero con prenotazione obbligatoria.

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