Scritto dopo 15 anni di silenzio dall’ultima opera, l’Otello verdiano, penultimo capolavoro del compositore ottantenne, tradisce la volontà di Verdi di misurarsi con il wagnerismo imperante: poche, infatti sono le arie cantabili e, rinunciando al suo adorato pezzo chiuso, Verdi – consapevole delle novità introdotte da Wagner – accentua la potenza drammaturgica, esibendo inedite doti di raffinatissimo orchestratore e aggiornando il suo stesso linguaggio musicale verso una vera e propria “avanguardia”.

Dramma lirico in 4 atti di Arrigo Boito – musica di Giuseppe Verdi – regia e luci di Gabriele Lavia – Orchestra e Coro del TCBO diretti da Asher Fisch – nuova produzione del TCBO

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